Da cimitero extraurbano a oasi metropolitana
Nel corso del 1700 la popolazione urbana di Londra crebbe notevolmente portando diversi problemi di organizzazione alle autorità cittadine tra cui anche quello del sovraffollamento dei cimiteri. Le parrocchie non avevano più posto nei loro giardini adibiti a luoghi di sepoltura e per sopperire alla mancanza di spazio iniziarono ad acquistare terreni ai confini dell’abitato urbano.
Nell’agosto del 1713 una porzione rettangolare di terreno di circa un ettaro al confine tra Bloomsbury e Clerkenwell venne acquistato congiuntamente dalle parrocchie di St George-the-Martyr ad Holborn e di St George’s a Bloomsbury. L’area venne circondata da un solido muro in mattoni rossi e da robusti cancelli per proteggere le sepolture dall’avidità dei cacciatori di cadaveri (meglio noti come body-snatchers) bramosi di corpi “freschi” da vendere alla vicina scuola di anatomia. Nel frattempo venne eretto anche un muro divisorio interno per separare le pertinenze di entrambe le parrocchie. Il perimetro murario e i cancelli sono oggi classificati come monumenti di interesse storico (listed II buildings) e probababilmente dietro queste costruzione c’è la mano dell’architetto Nicholas Hawksmoor (uno dei protagonisti del barocco inglese, lo stesso che progettò anche la chiesa di St George’s a Bloomsbury).
La prima persona ad essere sepolta qui fu Robert Nelson “non conformista” puritano celebre per i suoi discorsi contro la transustanziazione e per essere stato tra i promotori del Fifty New Churches act del 1711. Dopo l’illustre sepoltura questo piccolo Campo Santo venne conosciuto anche come Nelson’s Burial Ground.
La sua tomba si riconosce per il grande vaso scanalato che la sormonta e si trova a ridosso del perimetro murario nella parte lunga del lato nord.
Interessante anche l’obelisco di Thomas Falkoner, un ricco mercante della compagnia delle indie orientali deceduto nel 1729.
Il cimitero ospita anche la tomba di Anna Cromwell sesta figlia di Richard Cromwell, secondo e ultimo Lord Protettore d’Inghilterra, Scozia e Irlanda dal 1658 al 1659, discendente del più celebre Oliver.
Passeggiando lungo i sentieri del parco i cui monumenti funebri, diroccati e inclinati nelle profondità del terreno ricordano alla lontana le atmosfere malinconiche della via delle Tombe di Pompei, non si può fare a meno di notare alcuni interessanti stemmi araldici incisi sulla pietra.
Al centro del parco si trova anche una fontana pubblica (oggi a secco) risalente al 1884 e figlia di quel Metropolitan Water Act promulgato nel 1852 con il quale le autorità di Londra vollero dotare la città di oltre 500 fontane pubbliche, provvedimento che oltre a limitare la diffusione di malattie dovute al consumo di acque putride servì a contenere la piaga dell’alcolismo dilagante (per evitare malattie all’epoca non erano pochi quelli che preferivano dissetarsi con birra o gin al posto dell’acqua).
Il gioiello del parco è forse la statua in terracotta della musa della poesia Euterpe, opera del 1898 dello scultore e ceramista John Broad artista attivo fino ai primi del ‘900. Questa statua originariamente ornava l’esterno dell’Apollo Inn, un pub al 161 di Tottenham Court Road. Il locale fu demolito nel 1961 per l’estensione dei magazzini Heal e fu così che Anthony Heal, l’autore della sacrilega distruzione, decise di donare la statua al parco. All’epoca del misfatto lo storico dell’arte Sir Nikolaus Pevsner criticò aspramente Heal per l’ingiuriosa demolizione; a seguito delle critiche il magnate dell’arredamento decise di regalare allo storico la statua di Clio (la musa della storia per l’appunto) che insieme a Euterpe e alle altre sette muse ornava l’esterno del pub demolito. Il mistero aleggia sulle altre statue che dovevano adornare l’esterno dell’Apollo Inn probabilmente finite nel patrimonio privato degli Heal o semplicemente distrutte durante le opere di allargamento dei magazzini.
Il cimitero rimase in uso fino al 1850 quando il Burial Act impose la chiusura di tutti i cimiteri all’interno dei confini cittadini. Sulla scorta delle istanze di sanificazione degli spazi cittadini promosse da Sir Edwin Chadwick, il cimitero nel 1882 venne trasformato dalla Metropolitan Gardens Association in un giardino pubblico (fino a 1800 inoltrato i parchi cittadini erano privati e ad uso della nobiltà e dei ricchi, le persone comuni e i poveri non potevano entrarvi).
Nel 1884 venne anche abbattuto il muro divisorio tra gli antichi cimiteri delle due parrocchie di cui resta traccia in un “sentiero” di lapidi rotte che attraversa l’interno del parco. Si deve alla riorganizzazione della Metropolitan Gardens Association anche la rimozione di gran parte delle lapidi oggi poste a ridosso dei muri che circondano il giardino. Oggi questi giardini sono un’autentica oasi di pace in quest’area caotica e piena di vita di Londra e conservano, per chi sa osservare, il fascino della storia e la memoria di un passato ricco di significato.
2 risposte su “Saint George’s Gardens”
Veramente interessante… soprattutto il pezzo dei “nasoni” per evitare malattie e ubriacamenti
Grazie, gentilissimo, fanno sempre piacere i commenti positivi.